Sono tornati gli Stanton Warriors e subito passiamo sul nostro hard disk da battaglia le loro due ultime proposte, “MPC” e “Where’s The Beef?”, ansiosi di capire se sono rimasti la squadra d’una volta, quando incendiavano le piste e raccoglievano allori con qualsiasi produzione sfornassero. “MPC”, la cui citazione della celeberrima serie di campionatori Akai è smaccata, subito s’impone con la verve d’un classico fuori da ogni tempo, buona ed assai battente di fronte ogni tipo di crowd. Anche “Where’s The Beef?” può vantare bassi profondissimi, ritmicità e costruzioni efficaci, accompagnata anche da centellinati vocal. Alla Punks Music – insomma – anche in questa occasione possono essere davvero fieri del risultato.
Stanton Warriors – MPC
Stanton Warriors – Where’s The Beef?
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Seconda compilation dove spicca il marchio No Sense of Place, sfornata per l’occasione a celebrare la ventesima release della label, progetto discografico di una crew produttiva con base a Roma, seppure vantando forti ascendenze pugliesi e traiettorie oramai cosmopolite. Lo si capisce dai nomi coinvolti quanto le coordinate si son fatte internazionali, con Batu (Turchia), Candy (Fra), L-XIR (Fra), Loops At Work (Fra), The Digit (Moldavia), The Edge (Fra), Trackz (Fra), Eden (Usa) e i nostri 12 Inch Plastic Toys, Komodo 64, FunkaBeast, The Hijack Brothers, Lada, DJ Ego, Push Fwd, Randy Marsh, Ritmaker, Un:Code, Van Sorgen, Vegamoore e Zod Dablackoma – tutti italiani quest’ultimi – a far da sponda altrettanto efficacemente, modulando fra più latitudini geografiche e stilistiche. Non vogliamo scontentare nessuno e quindi ci asterremo da segnalazioni particolari: sappiate soltanto che nel cespo c’è roba davvero preziosa, a ognuno secondo i suoi gusti e le sue particolari preferenze dance-elettroniche.
Candy – Crack House
FunkaBeast – Moodyman
The Hijack Brothers – I Am A Nu Raver [Original Mix]
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Doc Trashz rilasciò nel 2011 la seminale versione di “Fetish!” sulla sua prima label adesso dismessa: la “Kill Beat Records”. La traccia ebbe valanghe d’apprezzamenti, specialmente nella turntamblist scene, tanto da far prendere a Ruben la decisione di rimodularla e riproporla utilizzando nuovi scratch in un inedito ed esclusivo “Reworked Mix”. Non è tutto perché un’altra traccia è stata approntata nello stesso mood, “Bondage!”, pure questa costruita intorno ai 115 bpm. Il package è stato infine completato includendo un remix di Sangue, side project di Gunrose della Boysnoize Records, uno del teutonico Klangfarbe Antifeind (quello da noi utilizzato, a 128 bpm) e uno dell’autoctono D-R-U-N-K.
Doc Trashz – Fetish! [Kill Beat 2011]
NOIZERfest – Follow The White Rabbit
Ispirata produzione space-elettronica che ci arriva da Cosmic Sand via Jet Set Trash, venata da influssi anni ottanta e pulsioni cinematiche pompate da arpeggi sinuosi ed armonici passaggi sintetici. Oltre alla title track “Breaking Point”, modulata sui 132 bpm, accattivante ed erratica s’impone anche l’altra original version, “Power Ride”, questa a 105 bpm, in guisa assai istrionica ed eclettica. Sono due le rispettive versioni delle quali – riferito alla prima – si occupano d’apparecchiarne i remix Wolf Saga e poi Mega Drive – quest’ultimo s’applica a “Power Ride”. La release è un po’ più meditabonda ed ipnotica rispetto agli standard soliti della Jet Set Trash ma comunque è meritevole d’attenzione, grazie proprio ad atmosfere particolarmente evocative e raffinate.
Cosmic Sand – Breaking Point Ep