fuck the crowd


Chauvet MotionDrape™ LED – For Mobile Performers
marzo 13, 2013, 9:12 am
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The MotionDrape ™ LED della Chauvet è uno sfondo particolarmente spettacolare ed utilissimo nelle situazioni dove allestire una consolle dal nulla ma anche in piccoli club e per le installazioni di service mobile e quant’altro dedicate al djing. Con 176 tri-color LED SMD matrixed (ultima generazione di microled) disposti su uno sfondo nero ignifugo all’incirca di 2 metri per 3 il tutto viene controllato tramite un apposito comando incluso. L’apparato inoltre si monta in pochi minuti ed è trasportabile comodamente in una sacca morbida di modeste dimensioni. Questo impressivo display vanta ben 30 effetti animati precaricati, oltre – per una maggiore praticità – anelli tutt’intorno ai lati, al fine d’essere posizionato con semplicità su americane o sistemi di sfondo palco espressamente dedicati. Data un occhiata al VIDEO perché ci sembrano 600 euro spesi beni per chi organizza frequentemente serate. Naturalmente lo Chauvet MotionDrape™ LED può essere collegato anche ad un’impianto DMX per la gestione manuale dei vari effetti. La confezione include: telo, centralina, borsa di trasporto, fascette per fissaggio telo, cavo di collegamento alla centralina, cavo di alimentazione, basette e leds di ricambio. Il prezzo citato è quello su Amazon ed anche in alcuni negozi italiani è già arrivato questo interessante prodotto, pur costando qualcosa in più (sembra a prima vista – nella nostra nazione – essere distribuito da Karma).

Chauvet Motion Drape LED Mobile Backdrop

Chauvet Motion Drape LED Review/Demo



Trap Music – Another Music Genre
dicembre 19, 2012, 12:53 PM
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Recita una delle spiegazioni che potete trovare sull’Urban Dictionary che “la Trap Music è bass music che condivide similitudini con la dubstep, soprattutto nelle ritmiche che spesso sono accompagnate però da vocal in foggia southern rap (noi diremmo più in generale “inserimenti vocali di matrice stradaiola”). Insomma – per capirsi – electronic music di nuova concezione ma di derivazione hip hop. Altri titolano “Trap Music: The New Dubstep” e sottolineano quanto tale stile sia assai poco “contestualizzato”. Per adesso – infatti – la trap raccoglie suoni e idee che possono essere fatti risalire a generi passati ma con dei protagonisti che stanno solo andando indietro di pochi anni nel cercare l’ispirazione. Come al solito si fa più in fretta a salire sul carro vincente piuttosto che a motivare reali ragioni di condivisione e appartenenza.

Best of Trap music Vol. 1

Best of Trap music Vol. 2



Dj Shadow’s Integrity – All Basses Covered
dicembre 18, 2012, 12:26 PM
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Capita anche questo a fine 2012: che s’inviti a suonare (pagandolo non proprio pochissimo) Dj Shadow nel proprio locale e che nel mezzo del suo set uno degli organizzatori lo inviti a passare il testimone al dj resident, per far posto a sonorità più conosciute dagli avventori e anche decisamente più commerciali. Ma insomma diciamo noi – e non solo – se chiami Dj Shadow dovresti sapere quello che suona, non puoi pretendere mica che passi le ultime hit degli Swedish House Mafia  o di Avicii. DJ Shadow era nel pieno di un suo set  al Mansion nightclub di Miami, data che era compresa nel suo All Bases Covered Tour. Si è incazzato non poco, lo storico turntablist e produttore, un icona della storia della musica contemporanea, se pure – da professionista – ha fatto come gli era stato chiesto, lasciando la consolle in altre mani. Il Mansion non è nuovo a tali trattamenti, si era già comportato nella medesima maniera nei confronti di Dennis Ferrer. La domanda da porsi è la seguente: ma se il vostro pubblico vuol sentire solo porcate da top 40 e a voi interessano in principal modo i soldi che i vostri clienti vi lasciano, perché scomodarsi e spendere soldi invitando artisti di fama? Per mettere un nome sul cartellone? Per dire che siete un club figo? Comportandovi in tal modo pensate d’esser riusciti a rendere famoso il vostro locale nel mondo?

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New Rules – Ethical Clubbing
novembre 30, 2012, 11:18 am
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S’avanza un nuovo galateo del clubbing – evidentemente – se anche il Guardian, per mano di Tony Naylor, s’interroga sugli ultimi sviluppi delle scene dance. Le varie subculture musicali sono oggi più meticciate che mai – questo è il dato di partenza – e le ultime generazioni sembrano essersi liberate di quei dogmi d’appartenenza che prima rendevano molto più separate le differenti aggregazioni. Non è infrequente di questi tempi ritrovare fan della techno a party dubstep o mischiare pubblici house-electro dalle attitudini alquanto differenti. Quali saranno i codici di comportamento in questi casi? Queste sono le questioni alle quali Naylor tenta di dare delle implicite risposte specificando una sorta di nuovo galateo discotecaro. Per prima cosa – sottolinea il commentatore – negli spazi ristretti la gente ubriaca deborda. Se qualcuno vi urta non comportatevi come se fosse un diretto attentato alla vostra persona. Se non siete disposti a finire la notte con uno strato di “feccia rave” sulle vostre calzature, rimanete a casa. Se, in un momento di estasi musicale trascendente, qualcuno vi sorride, ricambiate il sorriso. il clubbing è anche condivisione. Accettatelo. Se quella stessa persona quindi vi offre un sorso di acqua e/o una sniffata del loro popper, non li guardate come se vi stessero proponendo un pezzo di cacca fumante. Chi finisce il proprio drink e gli lancia dietro il bicchiere non compie certo un bel gesto. È vietato fumare e qualcuno non rispetta questa regola. È vero, le sigarette uccidono, ma non così rapidamente: non è il caso che gli mostrate il vostro dito medio. L’atmosfera sarebbe subito segnata da brutte vibrazioni. Non è finita, rincara la dose l’articolista: se avete bisogno di condividere l’esperienza della vostra serata non ballando ma costantemente aggiornando la pagina di Facebook, oppure caricando un filmato su YouTube, si consiglia di farlo fuori la pista. Non lamentatevi di stranezze se andate in certi club. Per la gente normale c’è Ikea, il fantacalcio, una birra in un pub, la televisione a casa: inutile lamentarsi se poi la sicurezza vi nega l’accesso. Comunque il vostro comportamento non deve invadere aggressivamente in nessun modo gli spazi nei quali siete ospiti. Non stressate i dj con inutili richieste, non siate ostili con la gente sconvolta, allentate il controllo verso fidanzate e/o amici: non siete necessariamente in un campo a voi ostile. Del resto, si spera che anche dai versanti più “underground” ci si moderi: mostrare ostilità verso altri gruppi è davvero la cosa più stupida e brutta che si possa fare in un club.

Dubstep Rave! – Fabric London